15/12/07

Area - Arbeit Macht Frei (1973)


Luglio, Agosto, Settembre (Nero)

Giocare col mondo facendolo a pezzi
Bambini che il sole ha ridotto già vecchi

Non è colpa mia se la tua realtà
Mi costringe a fare guerra all'omertà.
Forse così sapremo quello che vuol dire
Affogare nel sangue tutta l'umanità.

Gente scolorata quasi tutta eguale
La mia rabbia legge sopra i quotidiani.
Leggi nella storia tutto il mio dolore
Vedi la mia gente che non vuol morire.

Quando guardi il mondo senza aver problemi
Cerca nelle cose l'essenzialità
Non è colpa mia se la tua realtà
Mi costringe a fare GUERRA ALL'UMANITA'

Arbeit Macht Frei

Nelle tue miserie
Riconoscerai
Il significato
Di un arbeit macht frei.

Tetra economia
Quotidiana umiltà
Ti spingono sempre
Verso arbeit macht frei.

Consapevolezza
Ogni volta di più
Ti farà vedere
Cos'è arbeit macht frei.

Consapevolezza

Se un giorno vorrai
il tuo cervello
Tu farai quello che già sai:
sciogli i capelli, sali insieme a me,
Viaggia nel cielo tra luci di stelle,
Cavi d'acciaio che danzano muti,
Lascia partire il tuo ascensore.
Tu allora vedrai
tutta la squallida realtà
di un tabù che l'umanità
ha sempre vissuto senza libertà
tutto l'amore ridotto nel nulla
riposa vecchio tra mostri di muffa
Lascia partire il tuo ascensore.
Schiaccia sul muro senza pietà
La tua morale che ti vuole ancora
imprigionato tra mediocrità
Lascia partire il tuo ascensore
Lascialo andare e prendi il potere.

Le Labbra Del Tempo

Dentro di me
sale la rabbia sorda
che mi hai risvegliato tu
un mondo che non ho
L'uomo che ha perso
la sua animalità
nel buio bianco
di un'idiota idealità
Solo chi è nudo
riesce a capire
la tua forza muta
che comunica realtà
Facce sporche di paura
si nascondono nel buio
luci spente sugli altari
di una stupida umiltà
gesti, urla, rabbia, (gemiti),
(coiti), (vivere),
senza nulla dire
senza nulla fare
è un diritto che io ho....io ho.

240 Chilometri Da Smirne

Strumentale

L'Abbattimento Dello Zeppelin

Dicono tutti che è colpa mia
viaggiava nel cielo gonfiato dal vento
sembrava ubriaco di un grande potere
Un rumore d'acciaio lo ha fatto cadere
piombare nel fango senza più stile
Dicono tutti che è colpa mia
giocano tutti con il corpo sgonfiato
dal vento che è senza memoria
Dicono tutti che è colpa mia,
il vento mi ha detto che morirò.

Dedicato a Frazz - Semiramis (1973)

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Bottega del rigattiere

Quattro fili da un sostegno
che ti regge a malapena
l'odissea peccaminosa
trova sfogo nelle mani
di un fantastico arlecchino

Dal racconto degli attori
si ricordano dettagli
i bambolotti in coma
da acquistare in un negozio
la vetrina con due faccie
compre e vende la città

Vecchio mercante dal cuore di ghiaccio
solo le favole tu hai cancellato
nella bottega con scritto il tuo nome
trovo soltanto speranze perdute

Non un giardino ma fonte fatata
o dei viali di un parco di fiaba
quanti altri oggetti che non esistono piu'

Il mio aquilone si perde nel cielo
ballando quel valzer di un musicista fallito
ripianto e ormai morto

Luna park

Vorrei
restare al centro
di mille lampadine
e comprare
anche le stelle
e poi tirarle in bersaglio alle ore
che ti siedono stanche
nella mente

Un teatro innocente
che ti lascia sognare
mille gioie profonde che voglio provare
luminose parti di riflessi

E soffiare sui muri
e cercare per terra
un soldino di rame
che possa pagare
due minuti ancora
di ricordo

Uno zoo di vetro

Nelle mie parole
che non riesco a fermare
comprano il fiore
che copriva il mondo
comprano il cielo
che copriva il mondo

E vedo nelle ombre
sotto di me impazzite
restare senza aria
in uno zoo di vetro

Per una strada affollata

I manichini con gli occhi affondati nel vuoto, vuoto!
che guarda la gente che passa davanti
e che vuole degli occhi di vetro sognanti
Nel centro di un mondo lontano dal mondo in cui crede, crede
E' la paura che scorre nel sangue
ma cade davanti palazzi
chiudendo la strada e battendo la porta di casa, casa!

Dietro una porta di carta

E nel silenzio intorno a me
ritrovo la semplicita'
la personalita'
la mia aggressivita'

Ritorno dal mio cielo
son solo nella stanza
brucio il mio ideale stanco
che fa l'amore con un foglio posato
su uno scrigno bianco
dal quale esce
riluttante
Un ragno un ragno un ragno un ragno

Frazz

Tempo fa pensavo
a un cavallo alato
che ti portava sulla luna intorno al cielo
in un sole congelato tra le nuvole dorate

Hai tanti personaggi di un mondo di cartone
che ti travolge con le sue false storie

Le figure che si muovono in campo disegnato
sulla carta di un giornale per bambini neonati

In fondo a cosa serve cercar la verita'

Clown

La mia commedia muore
con la testa piegata dolcemente
sulla spalla, sulla spalla

E' finito il terzo atto
E' finita la commedia

vieni fuori! vieni fuori!
vieni fuori! vieni fuori!

Sull'amore di un signore con la barba
che cammina lentamente
col bastone che risuona
sulla strada buia e vuota

Le promesse a quel signore
che disprezza un nano stanco
che truccato nel suo circo
piange e cala giu' il sipario

Ultima luce su un pagliaccio
solo al centro di sè stesso


 



30/09/07

Inferno - Metamorfosi (1973)



Introduzione

Sulle rovine di antiche città
crescono fiori senza colore.
Alberi tristi tendono al cielo
rami corrosi dal tempo..

Selva Oscura

Strumentale

Porta dell'Inferno

Lasciate ogni speranza
O voi ch'entrate, anime dannate,
al caldo e al gelo soffrirete!

Caronte


Caronte demonio, occhi di fuoco nel buio.
"…e non sperate mai di rivedere il cielo,
anime nere al fuoco eterno brucerete!"
Caronte demonio

Spacciatore di droga

Ora che imprechi per la rabbia ed il dolore
Tu, spacciatore di droga, piangerai.
Sei condannato alle tenebre più dure
E le illusioni che tu davi non avrai.
Occhi spenti nel vuoto stan cercando di te,
larve umane di un mondo privo d'ogni realtà.
Quante volte hanno sofferto per la tua avidità,
ma non è col denaro che ora tu pagherai.

Terremoto

Strumentale

Limbo

Strumentale

Lussuriosi

"Siamo dannati insieme,
soffriamo queste pene
e non ritorneremo indietro mai.
Amanti fummo in vita
del vizio e del piacere
e non ritorneremo indietro mai."

Siete dannati insieme,
soffrite queste pene
e non ritornerete indietro mai.
Perversi ed invertiti,
amanti proibiti
voi non ritornerete indietro mai!

Avari

"Non ho mai pregato io
il denaro era il mio Dio
ed è qui che dovrò pagare."
Quante volte hai goduto nel vedere
la gente cadere, eri cieco e dovrai pagare.

Violenti

Rosso scorre il sangue
tra i sentieri dove è fragile la vita.
Sole infuocato di un giorno d'agosto
quando sfumò la sua vita.
Cadde colpito da due canne mozze
perché ti aveva tradito.
Col sasso in bocca egli fu ritrovato
dentro quel campo d'arance.
Dopo due giorni l'intero villaggio
seguì le ultime esequie.

Lenta una folla cammina
seguendo un altare di morte.
Piange una donna che sola è rimasta
a lottare in silenzio.
Nero è il velo sul volto
che copre due lacrime di dolore.

Malebolge

Grande mari di lamenti
di ombre smarrite nel buio
di una notte senza fine
dove si perde l'inganno.

Volti bianchi, sguardi assenti
occhi segnati dall'odio.
Malebolge, Malebolge,
nere prigioni del pianto
Sfruttatori

Con la mani da padrone
hai sfruttato la mia gente.
Hai tagliato il loro grano
con la falce della legge.
Hai lasciato in pasto al mondo
donne, giovani creature,
vecchi con la morte dentro il cuore,
uomini dal sole ormai bruciati.
Con la mani da padrone
hai sfruttato la mia gente.
Ma in un lago di sudore
ora affondi lentamente.

Razzisti

Hai disprezzato un uomo
per renderlo tuo schiavo.
Sui campi di cotone
più curva è la sua schiena.
Lavora uomo negro!
Suda! Piangi! Muori!
Uomini mascherati, setta di dannati
infissi a queste croci
adesso voi bruciate!


Fossa Dei Giganti

Strumentale

Lucifero (Politicanti)

Immersi in questo mare,
voi gelerete in eterno,
"Signori presidenti"
con la vostra politica
avete tessuto ogni inganno
e tradito l'ideale dell'uomo.

Sul trono della morte
mostruoso imperatore
maciulli quei dannati
sfogando la tua rabbia.
E mi si gela il sangue
pensando al nostro Inferno.

15/09/07

Aria - Alan Sorrenti (1972)


Aria


Aria, in ogni angolo della mia stanza
io ti sto cercando
Aria, nei labirinti della mia mente
io ti sto inseguendo.
Principessa della mia carrozza
resta con me
dormi nella pace di questa sera
dentro di me
bianca la tua pelle, bianca la tua veste
danza, canta per me
il tuo viso brilla come una candela
aprendo la mia finestra nella sera.
Aria, dolce profumo di primavera
Aria, amaro ricordo di una sera.
Albero solitario
che risplendi in un campo di grano
io ti vado incontro
e ai tuoi rami io mi appendo
le tue foglie ho raccolto una alla volta
in ogni mia illusione, in ogni mia sensazione.
Principessa della mia carrozza
portami con te attraverso
monti sfuocati, mari annebbiati
l'alba nasce in te, il giorno muore con te.
Portami
nei grandi campi di neve
dove il sole non c'è, prendi tutto di me
le tue vene son fiumi tra le rocce
le tue mani pallidi monti nella notte.
Salto con te sulle ninfee
nelle cascate argentate
e sulle dune frustate dal vento.
E con il vento la mia carrozza
sulle tue orme bianche passa
e dinanzi a un monastero
si ferma.
Aria, tu mi apri la porta
e fuori sta piovendo
nelle stanze del tuo nido
io mi sto addentrando.
Aria, il mio corpo sul tuo corpo
si muove lentamente
Aria, il mio corpo sul tuo corpo
sprofonda dolcemente.
Aria, sto cercando di scoprire
di scoprire il tuo segreto.
Sono entrato nel tuo corpo
sono io l'universo
sono io il tuo corpo
sono io l'universo
nel tuo fiume sto scivolando
Aria, sto impazzendo.
Un uragano di colori si scatena dentro me
apro le braccia su di te
suoni di frusta schiacciati
da raffiche di pioggia
sui cavalli della mia carrozza.
Attraverso i vetri della mia stanza
guardo fuori e fuori piove
e nelle gocce sospese alla ringhiera
vedo le perle della tua corona.
Aria, in ogni angolo della mia stanza
io ti sto cercando
Aria, sull'asfalto bagnato della mia strada
io ti sto inseguendo e tu ti stai sciogliendo
Aria, io sento che ti sto perdendo.

Vorrei incontrarti

Vorrei incontrarti
fuori i cancelli di una fabbrica.
Vorrei incontrarti
lungo le strade che portano in India
Vorrei incontrarti
ma non so cosa farei
Forse di gioia io di colpo piangerei.
Vorrei trovarti
mentre tu dormi in un mare d'erba
e poi portarti nella mia casa sulla scogliera
Mostrarti i ricordi di quello che io sono stato
Mostrarti la statua di quello che io sono adesso.
Vorrei conoscerti
ma non so come chiamarti
Vorrei seguirti
ma la gente ti sommerge
Io ti aspettavo
quando di fuori pioveva
e la mia stanza era piena
di silenzio per te.
Vorrei incontrarti
fuori i cancelli di una fabbrica
Vorrei incontrarti
lungo le strade che portano in India
Vorrei incontrarti
ma non so cosa farei
Forse di gioia io di colpo piangerei.
Vorrei incontrarti
proprio sul punto di cadere
tra mille volti il tuo riconoscerei
Canta la tua canzone
cantala per me
Forse un giorno
io canterò per te.

La Mia Mente

La mia mente
la mia mente è piena
è piena di cose
piena di viti, cacciaviti e chiodi
piena di cose arrugginite e sacre
e questo treno le muove
e le scatena.
Ed io lotto, ed io le incateno
ed io le creo, ed io le ammucchio
e questo treno le muove
e le scatena.
La mia mente
la mia mente è un pallone
che vaga in un soffice sogno
e non ritorna più sulla terra
e la mia gente lo indica
e la mia gente lo lincia
Il primo colpo lo smuove
il secondo lo abbatte.
E questa cassaforte
di vecchie e antiche corazze
questa mente malata
precipita in una violenta cascata.

Un fiume tranquillo

È solo il fiume di un paese morto
riporta nel suo letto tranquillo
il mio povero scrigno
Un fiume tranquillo
che cancella i ricordi
una verde barella
dove un corpo stracciato si dichiara un fallito
Un fiume tranquillo
che mi salva da una violenta cascata
che sa dove è la mia casa
Un fiume che per me esiste.
La mia scarpa la troverete
vicino a un marciapiede
e il mio corpo lontano
nelle sale di un dormitorio
la mia mano in un fosso
e il mio occhio nel cielo.
Quel fiume sa dove è la mia casa
quel fiume per me esiste.
Quel fiume per me esiste, perché io credo
perché amo la vita, amo la gioia
perché io piango, perché io rido
ed il sasso che trovi per terra, quel sasso ti ama
e una voce che trovi per terra
quella voce ti ama
e io amo, io ti amo.
Amore ti voglio
non voglio morire
Amore ti amo
non voglio dormire
Amo la notte con il tuo cuscino
Amo le sue stelle con il tuo sorriso
Amo i fiori del nostro giardino.

21/06/07

Stormy Six - L'apprendista (1977)


Buon lavoro

Ogni mattina l'orchestra radiofonica
se la spassa e ti dà di gomito.
La tromba strepita un ritornello magico,
mentre i violini salutano.
La folla scatta, sorpassa gli orologi,
lascia partire le raffiche
dei suoi passetti precisi in bianco e nero
che si sgranano sotto i semafori.

"Buon lavoro!", il cielo è nero, il giorno nasce in città
"Buon lavoro!", cantano i muri, ognuno avrà quel che dà.

Lungo la fabbrica continua lo spettacolo
dei giorni che si rincorrono.
In sei nel cerchio galoppano per mordere
la coda della domenica.
Hanno le orbite quadrate come scatole,
quando non li vedi ti guardano;
Hanno tre bocche e trentatrè nastri magnetici.

"Buon lavoro!", il cielo è nero, il giorno nasce in città
"Buon lavoro!", cantano i muri, ognuno avrà quel che dà.

Quando sui viali la pioggia resta sola,
la luce dell'ora elettrica
misura il sonno di piombo della gente
che vende la vita per vivere.

"Buon lavoro!", il cielo è nero, il giorno nasce in città
"Buon lavoro!", cantano i muri, ognuno avrà quel che dà.

L'apprendista

Nell'anno della truffa
sotto una stella grava,
veniva al mondo urlando
come se fosse il primo
e invece risultava
dai timbri e dalle carte
l'ultimo della lista,
non l'uomo, l'apprendista.
Le scarpe belle lustre,
la giacca ereditata
e dentro la cartella
il pane e la frittata.
Compiuti tredici anni,
svezzato e vaccinato,
entrava nella pista,
non l'uomo, l'apprendista.
E corri, corri, corri,
è subito arrivato,
lavora il ferro al tornio
in un seminterrato,
così si chiude il cerchio
ti mettono il coperchio,
la vita l'ha già vista,
non l'uomo, l'apprendista.

Piazza, bella piazza,
passa la lepre pazza
se l'indice l'avete
i polli ce li ammazza
i mignoli col medio
si aggiustano il colletto
gli gridano "teppista!"
all'uomo e all'apprendista.
Carmine

Carmine,
lui faceva il barbiere,
il muratore, il contrabbandiere.
Lunedì era senza lavoro,
venerdì steso sotto una gru,
La domenica con un mazzo di rose all'angolo.
Carmine lui sapeva cantare,
per un po' si faceva pregare.
Quando poi la chitarra attaccava,
lui si volta a prendere il la,
poi cantava e di nuovo
noi eravamo un popolo.
Carmine inventava parole,
lucide come trottole al sole.
Quando tu non riuscivi a capire,
lui ti portava a bere un caffè,
ti spingeva, ti stuzzicava,
per farti ridere.

Parlami attraverso quel muro,
ti riconosco in mezzo al rumore,
ora che siamo insieme a lottare,
posso parlarti chiaro perchè...
mentre Carmine canta,
noi siamo ancora un popolo.

Il barbiere

Elementare misura d'igiene,
norma di disciplina,
sotto il bavaglio mi tengo le mani,
cerco la cartolina,
mentre il barbiere,
baffetti e basette,
racconta quattro barzellette,
unte di brillantina.
Mentre il barbiere
ripassa il rasoio
sulla striscia di cuoio,
stringo più forte
il cavallo arroventato,
il mio cranio rasato,
moltiplicato per mille la sera
dal collo in su nella specchiera,
mezzo ghigliottinato.
"Sotto a chi tocca, il signore è servito!"
e il pennello si inzuppa.
Compiuto il rito,
io sono sparito,
militare di truppa.
In un' Italia scassata e feroce
senza più forma e senza voce,
tiro su la mia zuppa.
Mentre l'Italia si gratta la scabbia,
urla in sette dialetti,
noi dividiamo il silenzio e la rabbia,
il leninismo e i fumetti.
Tutti a cantare tra il muro e le brande
quaranta merli più le mutande
dentro la stessa gabbia.

Praeter politicam, sono a Gaeta,
quattro han preso la tisi.
Cinque un rimorchio a settembre li ha uccisi,
e un sardo e un analfabeta.
Duro di testa e pesante di mano,
ha ringraziato il capitano
con due pugni precisi.
Elementare misura d'igiene,
dormire per non pensare,
solo qualcuno si taglia le vene,
gli altri sanno aspettare.
Dodici mesi tutti presenti
per ricoprirsi e stringere i denti,
capirsi senza parlare.

Cuore


Patria delle vedette,
dei tamburini sardi,
calabresini, cecchini e zoppi:
nel tuo salotto buono
c'erano troppi galantuomini,
fabbri, muratorini.
Affogarti era in fondo un gioco truccato,
lo sapevo che un giorno tornavi a galla,
ho sentito il tuo fiato sulla mia spalla
ogni volta che ho detto "proletariato".
Eravamo già pronti
io e te nel timidore,
due maestrine di penna rossa,
quando da chissà dove arriva la scossa
e noi a quattro zampe come bambini
e la testa sprizzava come una miccia
e la lingua gridava la vita dura
ma in letteratura, in letteratura
tornavamo al tuo cuore di pappa e ciccia.

Forse per noi ci vuole almeno la fame
non un brodo così, nè carne nè pesce,
masticando acqua fresca, ci riesce di rifare
il sorriso di quell'infame.

Mentre parli ai comizi più edificanti,
te lo leggo negli occhi che non sai dire
nè a te stesso nè a chi ti sta a sentire
se noi siamo gli Enrichi
e se noi siamo i Franti.

Il labirinto

D'estate, lungo l'autostrada,
sotto le tettoie che scottano,
ci fermiamo un attimo
mentre i camion vanno verso il Sud.
La campagna è un nome sotto il sole,
la campagna è la campagna, è logico,
segna il doppio limite
di questa striscia di città.
Sei come un topo nella ruota,
nel percorso profumato di plastica
dei prodotti rustici murati dentro l'Autogrill.
E sbagli strada e perdi il filo
e ti senti come uno svizzero,
ti butti nei vicoli
e ti resta in tasca un souvenir.
La palla di vetro si rovescia,
sul golfo di Napoli nevica,
metti un po' di musica
e fili leggero dentro il film.

Verso la terra di nessuno,
il cervello comincia a friggere,
la tua lingua zoppica,
non ti ricordi più chi sei.
E sbagli strada e perdi il filo,
ti ritrovi a urlare "Geronimo!"
dentro al campo profughi
acchiappacitrulli Kinderheim.

D'estate, lungo l'autostrada,
siamo soli e siamo un esercito.
Seduti allo svincolo,
ognuno in petto la sua star,
sopravvissuti alle stagioni,
ogni anno sempre più giovani,
forse non ci siamo più,
forse non ci siamo stati mai.

Rosso

Guarda sull'Unità
stanotte è morto Mao Tse Tung
e io mi sento scricchiolare
dento il mio nome e la mia età.
Anni non so per te
che un clacson secco dietro un tram
era una truppa dell'apocalisse,
un segnale di pietà.
Anni di polizia,
pesate di macelleria,
le sentivamo dure sulla testa,
libertà e democrazia.
C'era la gioventù
sul marciapiede a marcia in giù,
sotto una pioggia fitta, sassaiola
i tamburi, la tribù...
Anni erano miei
e ne ha vissuti la metà
tanto che non so più se sto parlando
o se parla la città.
Ma qui nella città
che non nè tua nè mia
nemmeno un posto
ma una foto sporta
senza la didascalia.
Cerco la tua allegria,
onore della compagnia,
con la canzone che non ti consola
senza ritmo nè armonia.

L'orchesta dei fischietti

Quando meno te lo aspetti
è scoppiata la realtà,
è l'orchestra dei fischietti
che dà la sveglia alla città,
dà la sveglia coi tamburi
e nessuno dormirà,
scrive in rosso sopra i muri
e spacca il mondo in due metà.

Non è un coro di cherubini sul tapis roulant
salta e fischia con la forza del sogno
e con la semplicità del bisogno
Non è un coro di cherubini sul tapis roulant
salta e fischia con la forza del sogno
e con la semplicità del bisogno

Niente resta uguale a se stesso,
la contraddizione muove tutto.
Niente resta uguale a se stesso,
la contraddizione muove tutto.
Niente resta uguale a se stesso,
la contraddizione muove tutto.
Niente resta uguale a se stesso,
la contraddizione muove tutto.

(voci confuse delle strofe precedenti)




Jumbo - Dna (1972)



Suite per il sig. K

Ho avuto la voce e non posso gridare,
ho avuto il pensiero e non posso più pensare.
Ma dentro qualcosa mi uccide ogni giorno,
mi fa stare male, se solo guardo intorno.

Sta accadendo qualcosa dentro me.
Sta accadendo qualcosa dentro me.

Qualcuno mi ha insegnato che un buono tra la gente
va in paradiso, ma non ha capito niente.
E mi ha insegnato pure di andare sempre avanti,
di fare a gomitate, ma gli ostacoli son tanti.

Sta accadendo qualcosa dentro me.
Sta accadendo qualcosa dentro me.

Non ha importanza come, importa arrivare!
E già comincio a dire: ho fretta, devo andare.
… e andare a testa bassa, raggiungere la cima,
e sono già sfinito e… ancora a metà strada.

Dove è la giovinezza? Dove è quel verde prato?
Quel casolare bianco nel quale sono nato?
E dove quel ruscello? Le grida di un bambino
Che guardava per ore le pale di un mulino?

Sta accadendo qualcosa dentro me.
Sta accadendo qualcosa dentro me.

Tu nella vita hai un posto importante,
che ti da gloria e ti rende potente.
Non ti importava di fare il cretino,
pur di salire il famoso gradino.
Non hai pensato neppure all'amore,
tutto il tuo tempo l'hai speso in dovere.

Tu che guardavi sempre davanti,
non li vedevi, ed erano in tanti.
E si fermavano per pregare,
non li vedevi, avevi da fare.
Non ti curavi del bene e del male,
eri occupato a salire le scale.

La sicurezza di essere assolto,
tu uomo ricco, tu uomo colto,
la spii negli occhi di questi fratelli,
che non conosci e credevi ribelli.
Ora capisci in quale maniera
sarebbe giusto aspettare la sera.
Ora capisci in quale maniera
sarebbe giusto aspettare la sera.

Ed ora corri, ti senti gelare,
hai sentito l'ora e cominci a tremare,
sei stato cieco, e adesso non sai
chiudere gli occhi, imparare a pregare.
(risate)
...Ed ora corri, corri, corri,corri...

Che cosa non faresti per passare alla storia,
calpesti i sentimenti con la folle tua boria.
E non restar mai solo, piangeresti, sta attento!:
l'amore e l'amicizia li hai lasciati nel vento.

Dio è l'amore che ho per la mia donna,
Dio è l'amore che ho per la gente,
Dio è l'amore che si dà per niente.
Dio è la gioia che provo quando canto.
Dio è la pace che trovo quando dormo.
Dio è tutto ciò che mi dà un nuovo giorno.
Dio è l'amore, l'amore, la gioia, la pace.

Ho detto preghiere imparate a memoria,
ho pianto e ho odiato la smania di storia,
ho speso notti intere a cercare un perché,
ma poi ho capito che...

Dio è l'amore che ho per la mia donna,
Dio è l'amore che ho per la gente,
Dio è l'amore che si dà per niente,
Dio è l'amore che si dà per niente.

Miss Rand

"C'è una casa che brucia", grida qualcuno,
è mezz'ora che chiama e non arriva nessuno.
La casa pian piano continua a bruciare,
c'è fumo sul tetto, comincia a crollare.
La casa pian piano continua a bruciare,
c'è fumo sul tetto, comincia a crollare.

La finestra si apre, è lei che grida,
le fiamme si vedono, è lei che brucia.
I capelli ormai no, non ha già più,
il corpo vestito soltanto di fuoco.
I capelli ormai no, non ha già più,
il corpo vestito soltanto di fuoco.

"Sta bruciando la casa di Miss Rand!"
"Sta bruciando la casa di Miss Rand!"

Domani a scuola l'attenderanno invano,
i ragazzi di lei al custode domanderanno.
Qualcuno piangerà, qualcuno sorriderà,
qualcun altro dei fiori certamente le porterà.
Qualcuno piangerà, qualcuno sorriderà,
qualcun altro dei fiori certamente le porterà.

Con la casa è bruciata Miss Rand.
Con la casa è bruciata Miss Rand.
Con la casa è bruciata Miss Rand.
Con la casa è bruciata Miss Rand.

È brutto sentirsi vecchi

È brutto sentirsi vecchi,
se gli anni che hai sono così pochi.
Sentire il bisogno di stare seduti,
sdraiarsi per terra e dormire soltanto,
sognare di fare cose grandiose,
che poi in fondo non ti senti di fare.

È brutto sentire il bisogno di piangere,
se gli anni che hai sono così pochi.
non avere la forza nemmeno di amare,
solo di stare da solo con te.
Non fidarti nemmeno dell'amico più caro,
non avere il coraggio di pensare a domani.

È brutto pensare a mangiare soltanto,
se gli anni che hai sono così pochi.
Pensare solo a soddisfare te stesso,
e ignorare ciò che ti circonda.
Oggi, è vero, c'è chi lavora per te,
Ma domani solo cosa farai?

È brutto pensare a morire,
se gli anni che hai sono così pochi.
È brutto pensare a morire,
se gli anni che hai sono così pochi.


Hai visto...

Hai visto le stelle bruciare,
hai visto il mare diventare grande,
hai visto la lava scendere giù a valle,
hai visto le serpi sputare il veleno.

Hai visto il fuoco bruciare la tua casa,
hai visto i corvi mangiare il tuo grano,
hai visto i cani sbranare i tuoi figli,
hai visto le acque portarsi via tua madre.

hai visto il mondo strisciare sullo sterco,
hai visto i tuoi fratelli chiedere perdono,
hai visto la luce gridare condanna,
hai visto… più niente.






Premiata Forneria Marconi - Storia di un minuto (1972)



Introduzione

(Strumentale)

Impressioni di settembre

Quante gocce di rugiada intorno a me,
cerco il sole ma non c'è…
Dorme ancora la campagna, forse no,
è sveglia, mi guarda, non so.
Già l'odore della terra odor di grano,
sale adagio verso me.
e la vita nel mio petto batte piano,
respira la nebbia, penso a te.
Quanto verde tutto intorno a ancor piú in là,
sembra quasi un mare l'erba,
e leggero il mio pensiero vola e va
ho quasi paura che si perda…
Un cavallo tende il collo verso il prato
resta fermo como me:
faccio un passo, lui mi vede, è già
fuggito…
Respiro la nebbia, penso a te.
No, cosa sono adesso non lo so
sono un uomo, un uomo in cerca di se stesso!
No, cosa sono adesso non lo so,
sono solo, solo il suono del mio passo…
Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già:
il giorno come sempre sarà!

È festa

È festa
come sempre é la festa
d'un leggero uccello che va
e come sempre è la festa
di chi è.

Dove...Quando... ( Part 1)

Dove stai? Dove sei?
Solo dentro me.

Cosa fai? Come sei?
Solo come me.
Inventarti qua e là
è gioco vecchio oramai:
bussa già
la fretta di te.

Che farai amore mio,
che sorriso avrai?
Dai tuoi sì dai tuoi no
cosa imparerò?

Principessa serena del cielo che avrò,
bussa già la fretta di te,
bussa già la fretta di te,
bussa già la fretta di te.

Dove....Quando (Part II)

(Strumentale)

La carrozza di Hans

Guarda, cerca,
corri lontano,
vola…
Hans il mercante
aspetta lontano,
vola…
Piccolo uomo
signore del mondo
vai…

La carrozza attende già
non ti fermare,
a cassetta sali e va
non ti voltare,
suona un corno da cocchiere,
lustra l'abito del Re;
è la carrozza di Hans.
Strade e strade correrai,
senza contare,
cieli e cieli finirai,
tu sai volare,
suona un corno da cocchiere,
lustra l'abito del Re;
è la carrozza di Hans.

Grazie davvero

Piove già:
piove piano,
piove su di me;
viene giorno, viene piano,
quieto qui da me,
piove già, piove già.
Suona già sullo stagno,
cade senza età.
sui colori gioca piano,
l'acqua senza età.
Piove sul mondo da vivere,
piove sul giorno che è qua
piove sul tempo che arriverà.
Grazie davvero di vivere,
grazie del giorno che è qua,
grazie del tempo che arriverà.

Piove già, piove piano,
piove su di me:
viene giorno, viene piano,
quieto qui da me:
pioverà!

Le Orme - Uomo di pezza (1972)


Una dolcezza nuova

Colgo il tuo sguardo e lo stringo nelle mani,
c'è nei tuoi occhi una paura antica;
sogni di cenere s'infiammano ora in te.
Quando i timori si dissolvono, tu credi in me.

Una luce che ti abbaglia,
la purezza nello specchio e tu
ti avvicini a me.
Piange il cielo sopra i vetri,
la tempesta è nel tuo cuore.
Tu ti rifugi in me.
Urla il tuono nello spazio,
la tua voce è già un sospiro e tu
tremi accanto a me.

Colgo il tuo sguardo e lo stringo nelle mani
c'è nei tuoi occhi una dolcezza nuova
nuova per te.

Gioco di bimba

Come d'incanto lei s'alza di notte,
cammina in silenzio con gli occhi ancor chiusi
come seguisse un magico canto
e sull'altalena ritorna a sognare.

La lunga vestaglia, il volto di latte,
i raggi di luna sui folti capelli.
La statua di cera s'allunga tra i fiori,
folletti gelosi la stanno a spiare.

Dondola, dondola, il vento la spinge,
cattura le stelle per i suoi desideri.
Un'ombra furtiva si stacca dal muro:
nel gioco di bimba si perde una donna.

Un grido al mattino in mezzo alla strada,
un uomo di pezza invoca il suo sarto.
Con voce smarrita per sempre ripete:
"Io non volevo svegliarla così"
"Io non volevo svegliarla così".

La porta chiusa

Come ogni sera sei sola nel buio;
il tuo candore ti fa compagnia.
Senti il fruscio sulla soglia e non sai chi sarà.
Posi il giornale e ascolti in silenzio.
Chi sta bussando alla porta a quest'ora?
Vorresti aprire ma tremi e non sai come mai.
Non hai aperto.
Perché?
Poteva essere "lui".

Breve immagine

Giochi di luce riflettono i fuochi nell'acqua,
tenui colori si fondono dentro ai miei occhi.

È un' immagine dolcissima, bellissima,
è un' immagine che vorrei sempre mia.

Là dove il cielo finisce unendosi al mare,
c'è una giovane donna, sorride a me.

È un' immagine fuggevole, brevissima,
è un' immagine che il tramonto porta via.

Figure di cartone

In un mondo strano tutto tuo,
fatto di figure di cartone
e di tante bambole di stoffa, vivi tu.

Vivi chiusa in quelle quattro mura,
non ricordi chi ti ci ha portato
e conosci solo chi ora gioca con te.

Tu non hai le ansie del futuro,
per te il tempo non ha più valore,
ciò che hai fatto ieri tu domani rifarai.

E nei tuoi sogni
parli con gli angeli.

In un cerchio chiuso di pazzia
hai perduto la tua giovinezza
come un fiore tolto dal suo ramo a primavera.

Dai un nome a tutte le farfalle
e confessi al vento i tuoi amori,
danzi sola nei corridoi vuoti quando è sera.

Stringi forte al petto il tuo cuscino
e sul muro bianco si disegna
il profilo di una donna con il suo bambino
e così felice ti addormenti.

Aspettando l'alba

Un suono di chitarra,
un canto nella notte.
C'era un fuoco sulla spiaggia,
aspettando l'alba la ragazza scalza si specchiò.

Tante orme sulla sabbia,
sorrisi sulle labbra.
C'era un volto vuoto e spento tra le fiamme bianche,
il ragazzo a lungo lo fissò.

Tanti occhi, un solo sguardo,
un pensiero silenzioso.
C'era il caldo nelle vene in quei corpi tesi
e la luna stava tramontando,
si bagnava sulla riva nel chiarore incerto
e il suo corpo libero donò.
Un gran vento al mattino si infuriò col sole,
rovesciando il mare sulla spiaggia.

Alienazione

(Strumentale)



20/06/07

l'uOvo di cOlombo - l'uOvo di cOlombo (1973)


L’Indecisione

Se io mi gettassi
giù dall’altra parte,
forse capirei
che non c’è bisogno
di pensare a prima,
di pensare a dopo,
non esiste niente,
questo è tutto un gioco.

Se io mi gettassi
giù dall’altra parte,
forse capirei
che non c’è bisogno
di pensare a prima,
di pensare a dopo,
non esiste niente,
questo è tutto un gioco.

Io

One, two
Sono solo ma non so perché
sento qualcuno al di sopra di me.
Sul soffitto della mia stanza
un altro uomo c’è.

Per tutte le idee che vanno verso su,
mille risposte ritornano giù.
D’improvviso mi accorgo
che quell’uomo sono io.

Ho paura, ma non so cos’è,
forse ho paura di vedere in me.
Sono salito troppo vicino
al mio dio.

Ho paura, ma ora so perché,
sono riuscito a vedere in me.
Nel mio corpo c’è un uomo,
ma non sono più io.

Anja

Che strana cosa,
ho qui davanti a me,
è piccola ma è fatta come me.
La vedo grande,
seduta accanto a me,
padrona delle cose intorno a sé.
Porterà nei miei pensieri
la dolce ora di ieri,
saprà quello che ho fatto,
vivrà solo per questo
e avrà per nome Anja.

È proprio vero,
l’ho creata io,
allora è vero che somiglio a Dio.
Posso volere,
se dare vita o no
ad una cosa che somiglia a me.
Vivono dai miei pensieri,
tutti i sogni di ieri.
E se prima ho pianto
oggi io mi vanto,
perché io sono un uomo.

Vivono dai miei pensieri,
tutti i sogni di ieri.
E se prima ho pianto
oggi io mi vanto,
perché io sono un uomo.

Vox Dei

Tu che sei nato poco fa,
forse ancora non lo sai,
ma in un giorno lontano
senz’altro lo capirai.
Io sono il centro, attorno a me
ruotate tutti voi
ed ognuno di voi troverà
la sua pace in me.

Tu che hai vissuto molto ormai,
non dir che non lo sai,
ma in un giorno già scritto,
vicino, mi seguirai.
Io sono il centro, attorno a me
ruotate tutti voi,
e il principio di tutto
è qualcosa che è dentro me.
E la fine di tutto
è qualcosa che è dentro te.

Turba

(Strumentale)

Consiglio

Se tu cercassi un poco in te,
ooh calmeresti i tuoi perché.

Io non ti salverò,
sei soltanto tu che puoi.

Io ti ascolto sempre sai,
so che tu non preghi mai,
quindi adesso cosa vuoi,
quindi adesso cosa vuoi.

So che è più facile per te
soffocare i tuoi perché.
Se non lotti cosa sei,
sei soltanto tu che puoi.

Se tu cercassi un poco in te,
calmeresti i tuoi perché.
Io non ti salverò,
sei soltanto tu che puoi.

Visione della morte

Era lì, lì per me,
certa di trovarmi.
Mi sorrideva dolcissima,
senza tempo e senza età.

Ferma lì, mi invitò.
La seguii nel buio.
Vedo il mio corpo rimasto giù,
c’è sul mio viso un dolce sorriso
di pace per me.

Scherzo

(Strumentale)